Ugo Mulas (1928-1973) è stato un fotografo italiano tra i più influenti del XX secolo. Celebre per i suoi ritratti d’artista, i reportage culturali e la sua riflessione sul linguaggio fotografico, ha saputo coniugare documentazione e ricerca artistica, lasciando un segno profondo nella fotografia italiana e internazionale.
Ugo Mulas nasce a Pozzolengo (in provincia di Brescia) il 28 agosto 1928. Si trasferì a Milano nel dopoguerra, dove frequentò la Facoltà di Giurisprudenza e poi l’Accademia di Brera, avvicinandosi al mondo dell’arte, del design e della cultura milanese del tempo.
La passione per la fotografia nacque quasi per caso, frequentando il Bar Jamaica di Brera, punto di ritrovo di artisti, intellettuali e fotografi. Iniziò a fotografare negli anni Cinquanta, documentando eventi culturali, mostre e la vita artistica milanese.
Nel 1954 realizzò il suo primo servizio importante: la copertura della Biennale di Venezia. Questo segnò l’inizio di una lunga collaborazione con la manifestazione, che avrebbe documentato in molte edizioni successive.
Mulas è noto per i suoi ritratti di artisti e per aver saputo cogliere lo spirito del mondo artistico contemporaneo. Fotografò, tra gli altri: Lucio Fontana, Giorgio de Chirico, Alberto Burri, Alexander Calder, Andy Warhol, Jasper Johns, Robert Rauschenberg
Negli anni ’60 viaggiò spesso negli Stati Uniti, dove fu profondamente influenzato dall’ambiente artistico di New York, in particolare dalla Pop Art e dal Minimalismo. Ne nacque uno dei suoi progetti più famosi: “La nuova fotografia americana” (1967), un libro fondamentale in cui Mulas documenta e riflette sull’arte contemporanea americana.
Negli ultimi anni della sua vita, Mulas sviluppò un interesse sempre più teorico e concettuale. Questo lo portò alla serie di lavori intitolata “Verifiche” (1970–1972), in cui esplora i limiti, le regole e le possibilità del mezzo fotografico stesso.
Con questo progetto, Mulas anticipa molte delle riflessioni che caratterizzeranno la fotografia concettuale.
Oltre alle Biennali, collaborò con numerose riviste e case editrici italiane e straniere. Lavorò anche per il teatro, fotografando le scenografie di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano.
Tra le sue pubblicazioni principali: La fotografia (1973, postumo), New York: The New Art Scene (1967), Vitalità del negativo (1970, catalogo di mostra), Verifiche (1972–1973)
Ugo Mulas morì prematuramente il 2 marzo 1973 a Milano, a soli 44 anni, a causa di una grave malattia. Poco prima della morte, aveva sistemato e ordinato gran parte del suo archivio, lasciando un’eredità chiara e coerente.
Oggi Ugo Mulas è considerato un maestro della fotografia italiana, punto di riferimento sia per la fotografia d’arte che per la fotografia come forma di pensiero visivo. Le sue opere sono conservate in musei, archivi e collezioni internazionali, e il suo lavoro continua a influenzare generazioni di fotografi e artisti.
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