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Eugenio Carmi (1920-2016)

Eugenio Carmi

Eugenio Carmi nasce a Genova il 17 febbraio 1920 in una famiglia ebraica di origini colte e borghesi. Fin da giovane mostra un interesse vivo per l’arte e la cultura. Cresce in un contesto europeo e cosmopolita, che lo porterà a sviluppare un pensiero artistico aperto all’internazionalismo e al dialogo tra linguaggi visivi e intellettuali.

Dopo gli studi liceali, si trasferisce a per studiare chimica, ma ben presto comprende che la sua vera vocazione è l’arte. Frequenta quindi l’Accademia di Belle Arti di Torino, dove ha modo di confrontarsi con i principali movimenti artistici dell’epoca. In questo periodo inizia a sviluppare una sensibilità orientata verso la sperimentazione e l’astrazione, lontana dalle forme figurative tradizionali.

All’inizio degli anni Cinquanta, Carmi abbandona progressivamente ogni residuo di figurazione per dedicarsi completamente all’arte astratta, in particolare a quella geometrica. In questo periodo entra in contatto con i movimenti di arte concreta che si sviluppano in Europa e partecipa attivamente alla costruzione di un nuovo linguaggio visivo che rifiuta l’imitazione della realtà in favore di forme pure, colori essenziali e composizioni rigorose.

Nel 1956 partecipa alla fondazione del Gruppo d’Arte Concreta (MAC), il cui obiettivo è quello di promuovere un’arte oggettiva, razionale, universale e svincolata dalla soggettività espressionista. L’influenza del costruttivismo russo, del Bauhaus e del pensiero di artisti come Kandinsky, Malevič e Mondrian è evidente nelle sue opere di questo periodo.

Uno degli aspetti più originali del percorso di Carmi è la sua attività come direttore artistico dell’Italsider di Cornigliano, importante acciaieria genovese. Incarico che ricopre dal 1951 al 1965, durante un periodo cruciale per la ricostruzione industriale italiana.

In questo contesto Carmi propone una visione umanistica dell’industria, nella quale arte, etica e produzione tecnologica possano coesistere. Si occupa della progettazione dell’immagine aziendale (un precursore della “brand identity” moderna), realizza loghi, decorazioni murali e pannelli astratti per gli spazi industriali, portando l’arte all’interno della fabbrica. È una delle prime esperienze italiane di integrazione tra arte e industria, in linea con esperienze internazionali come quelle della Bauhaus o del Werkbund.

Questo impegno gli vale un posto di rilievo tra gli artisti impegnati nel rinnovamento sociale e culturale dell’Italia del dopoguerra.

Negli anni Sessanta, Carmi inizia una collaborazione feconda con Umberto Eco, all’epoca giovane intellettuale e semiologo, che condivideva con lui un forte interesse per i linguaggi della comunicazione.

Da questa collaborazione nascono tre celebri libri per ragazzi, pubblicati da Bompiani tra il 1966 e il 1968:

  • I tre cosmonauti
  • La bomba e il generale
  • Gli gnomi di Gnu

Questi libri, illustrati da Carmi e scritti da Eco, uniscono grafica, ironia e riflessione morale, affrontando temi come la guerra, il pacifismo, la convivenza e la diversità. Pur rivolgendosi ai bambini, sono veri e propri manifesti etici e politici, in linea con l’impegno civile di entrambi gli autori.

L’intera opera di Carmi è attraversata da una tensione etica profonda. Per lui l’arte non è semplice decorazione, ma un linguaggio per interrogare il mondo, per stimolare la coscienza individuale e collettiva. Nei suoi quadri si ritrovano spesso simboli universali, forme archetipiche, colori primari e strutture geometriche che vogliono parlare a tutti, al di là delle differenze culturali o linguistiche. Il suo stile è spesso severo, minimalista, ma mai freddo: è sempre attraversato da un’intelligenza profonda e da un impegno civile concreto.

Negli anni successivi, Eugenio Carmi continua la sua attività artistica con coerenza e rigore, partecipando a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Partecipa alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e ad altre importanti rassegne internazionali. Le sue opere entrano nelle collezioni di importanti musei, tra cui:

  • GAM di Torino
  • Museo del Novecento di Milano
  • Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma

Nel 2001 viene nominato Accademico di San Luca, uno dei più alti riconoscimenti per un artista in Italia.

Muore il 16 febbraio 2016 a Lugano, un giorno prima di compiere 96 anni, lasciando un’eredità artistica e culturale di grande valore.

Pensiero artistico

“L’arte deve essere un linguaggio universale. Deve parlare a tutti, perché tutti ne hanno bisogno.”
Eugenio Carmi

Il pensiero di Carmi si fonda su alcune convinzioni fondamentali:

  • L’arte come linguaggio universale e razionale, capace di creare ponti tra culture e individui.
  • L’impegno civile dell’artista, che ha il dovere di prendere posizione nel mondo.
  • La responsabilità etica della forma, dove ogni scelta stilistica ha un valore comunicativo.

Fonte e link utili:

https://www.eugeniocarmi.eu/it/biografia/eugenio-carmi

https://it.wikipedia.org/wiki/Eugenio_Carmi

Le opere

“Piano Inclinato” Edizione 100/150

di Eugenio Carmi (1920-2016)

300,00

Eugenio Carmi (1920-2016)

Eugenio Carmi

Eugenio Carmi nasce a Genova il 17 febbraio 1920 in una famiglia ebraica di origini colte e borghesi. Fin da giovane mostra un interesse vivo per l’arte e la cultura. Cresce in un contesto europeo e cosmopolita, che lo porterà a sviluppare un pensiero artistico aperto all’internazionalismo e al dialogo tra linguaggi visivi e intellettuali.

Dopo gli studi liceali, si trasferisce a per studiare chimica, ma ben presto comprende che la sua vera vocazione è l’arte. Frequenta quindi l’Accademia di Belle Arti di Torino, dove ha modo di confrontarsi con i principali movimenti artistici dell’epoca. In questo periodo inizia a sviluppare una sensibilità orientata verso la sperimentazione e l’astrazione, lontana dalle forme figurative tradizionali.

All’inizio degli anni Cinquanta, Carmi abbandona progressivamente ogni residuo di figurazione per dedicarsi completamente all’arte astratta, in particolare a quella geometrica. In questo periodo entra in contatto con i movimenti di arte concreta che si sviluppano in Europa e partecipa attivamente alla costruzione di un nuovo linguaggio visivo che rifiuta l’imitazione della realtà in favore di forme pure, colori essenziali e composizioni rigorose.

Nel 1956 partecipa alla fondazione del Gruppo d’Arte Concreta (MAC), il cui obiettivo è quello di promuovere un’arte oggettiva, razionale, universale e svincolata dalla soggettività espressionista. L’influenza del costruttivismo russo, del Bauhaus e del pensiero di artisti come Kandinsky, Malevič e Mondrian è evidente nelle sue opere di questo periodo.

Uno degli aspetti più originali del percorso di Carmi è la sua attività come direttore artistico dell’Italsider di Cornigliano, importante acciaieria genovese. Incarico che ricopre dal 1951 al 1965, durante un periodo cruciale per la ricostruzione industriale italiana.

In questo contesto Carmi propone una visione umanistica dell’industria, nella quale arte, etica e produzione tecnologica possano coesistere. Si occupa della progettazione dell’immagine aziendale (un precursore della “brand identity” moderna), realizza loghi, decorazioni murali e pannelli astratti per gli spazi industriali, portando l’arte all’interno della fabbrica. È una delle prime esperienze italiane di integrazione tra arte e industria, in linea con esperienze internazionali come quelle della Bauhaus o del Werkbund.

Questo impegno gli vale un posto di rilievo tra gli artisti impegnati nel rinnovamento sociale e culturale dell’Italia del dopoguerra.

Negli anni Sessanta, Carmi inizia una collaborazione feconda con Umberto Eco, all’epoca giovane intellettuale e semiologo, che condivideva con lui un forte interesse per i linguaggi della comunicazione.

Da questa collaborazione nascono tre celebri libri per ragazzi, pubblicati da Bompiani tra il 1966 e il 1968:

  • I tre cosmonauti
  • La bomba e il generale
  • Gli gnomi di Gnu

Questi libri, illustrati da Carmi e scritti da Eco, uniscono grafica, ironia e riflessione morale, affrontando temi come la guerra, il pacifismo, la convivenza e la diversità. Pur rivolgendosi ai bambini, sono veri e propri manifesti etici e politici, in linea con l’impegno civile di entrambi gli autori.

L’intera opera di Carmi è attraversata da una tensione etica profonda. Per lui l’arte non è semplice decorazione, ma un linguaggio per interrogare il mondo, per stimolare la coscienza individuale e collettiva. Nei suoi quadri si ritrovano spesso simboli universali, forme archetipiche, colori primari e strutture geometriche che vogliono parlare a tutti, al di là delle differenze culturali o linguistiche. Il suo stile è spesso severo, minimalista, ma mai freddo: è sempre attraversato da un’intelligenza profonda e da un impegno civile concreto.

Negli anni successivi, Eugenio Carmi continua la sua attività artistica con coerenza e rigore, partecipando a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Partecipa alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e ad altre importanti rassegne internazionali. Le sue opere entrano nelle collezioni di importanti musei, tra cui:

  • GAM di Torino
  • Museo del Novecento di Milano
  • Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma

Nel 2001 viene nominato Accademico di San Luca, uno dei più alti riconoscimenti per un artista in Italia.

Muore il 16 febbraio 2016 a Lugano, un giorno prima di compiere 96 anni, lasciando un’eredità artistica e culturale di grande valore.

Pensiero artistico

“L’arte deve essere un linguaggio universale. Deve parlare a tutti, perché tutti ne hanno bisogno.”
Eugenio Carmi

Il pensiero di Carmi si fonda su alcune convinzioni fondamentali:

  • L’arte come linguaggio universale e razionale, capace di creare ponti tra culture e individui.
  • L’impegno civile dell’artista, che ha il dovere di prendere posizione nel mondo.
  • La responsabilità etica della forma, dove ogni scelta stilistica ha un valore comunicativo.

Fonte e link utili:

https://www.eugeniocarmi.eu/it/biografia/eugenio-carmi

https://it.wikipedia.org/wiki/Eugenio_Carmi

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