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Christian Schad (1894-1982)

è stato un pittore tedesco noto per il suo ruolo fondamentale nel movimento artistico della Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit), una corrente che si sviluppò in Germania negli anni ’20 come reazione alla soggettività espressionista e all’astrattismo.

Christian Schad nasce a Miesbach, in Baviera, in una famiglia agiata. Studiò arte presso l’Accademia di Belle Arti di Monaco, ma la sua carriera fu influenzata sin dagli inizi da un forte spirito di sperimentazione e da una sensibilità anticonvenzionale.

Durante la Prima guerra mondiale si trasferì in Svizzera come obiettore di coscienza. Qui entrò in contatto con gli ambienti dadaisti di Zurigo e Ginevra, conoscendo figure come Arp, Tzara e Hans Richter.

Le Schadografie

Durante il suo soggiorno in Svizzera, Schad sperimentò una forma di arte fotografica senza macchina fotografica, anticipando la tecnica del rayogramma (più tardi attribuita anche a Man Ray). Queste immagini astratte, ottenute ponendo oggetti su carta fotosensibile e esponendoli alla luce, furono chiamate Schadografie e sono tra le prime opere di arte fotografica astratta nella storia.

Negli anni ’20, trasferitosi a Berlino, Schad aderì al movimento della Neue Sachlichkeit, che si proponeva di rappresentare la realtà in modo oggettivo, preciso e spesso crudo. In opposizione all’espressionismo, questo stile metteva in risalto il dettaglio, la freddezza e un senso di distacco psicologico.

Schad divenne celebre per i suoi ritratti eleganti, ambigui e a tratti inquietanti della borghesia, degli intellettuali e dei personaggi eccentrici della Repubblica di Weimar. Le sue opere ritraggono volti levigati, pose teatrali, atmosfere rarefatte e una sensualità distaccata, quasi algida. Uno dei suoi lavori più celebri è “Sonja” (1928).

Durante il regime nazista, la sua arte fu inizialmente tollerata, ma poi cadde in disgrazia con l’avvento delle politiche contro l’”arte degenerata”. Dopo la Seconda guerra mondiale, Schad visse in relativa oscurità artistica e fu riscoperto solo a partire dagli anni ’60-’70.

È considerato uno dei massimi rappresentanti della Nuova Oggettività insieme a Otto Dix e George Grosz, ma con un tono meno satirico e più estetizzante.

Christian Schad morì a Stoccarda nel 1982, a 87 anni. Oggi è riconosciuto come un artista chiave del modernismo europeo, noto per la sua capacità di catturare lo spirito ambiguo e sofisticato della Repubblica di Weimar.

Le opere

Christian Schad, Mugla (Schadografie 132), 1975

di Christian Schad (1894-1982)

3.000,00

Tri Ton (Schadografie 104), 1975

di Christian Schad (1894-1982)

3.000,00

Christian Schad (1894-1982)

è stato un pittore tedesco noto per il suo ruolo fondamentale nel movimento artistico della Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit), una corrente che si sviluppò in Germania negli anni ’20 come reazione alla soggettività espressionista e all’astrattismo.

Christian Schad nasce a Miesbach, in Baviera, in una famiglia agiata. Studiò arte presso l’Accademia di Belle Arti di Monaco, ma la sua carriera fu influenzata sin dagli inizi da un forte spirito di sperimentazione e da una sensibilità anticonvenzionale.

Durante la Prima guerra mondiale si trasferì in Svizzera come obiettore di coscienza. Qui entrò in contatto con gli ambienti dadaisti di Zurigo e Ginevra, conoscendo figure come Arp, Tzara e Hans Richter.

Le Schadografie

Durante il suo soggiorno in Svizzera, Schad sperimentò una forma di arte fotografica senza macchina fotografica, anticipando la tecnica del rayogramma (più tardi attribuita anche a Man Ray). Queste immagini astratte, ottenute ponendo oggetti su carta fotosensibile e esponendoli alla luce, furono chiamate Schadografie e sono tra le prime opere di arte fotografica astratta nella storia.

Negli anni ’20, trasferitosi a Berlino, Schad aderì al movimento della Neue Sachlichkeit, che si proponeva di rappresentare la realtà in modo oggettivo, preciso e spesso crudo. In opposizione all’espressionismo, questo stile metteva in risalto il dettaglio, la freddezza e un senso di distacco psicologico.

Schad divenne celebre per i suoi ritratti eleganti, ambigui e a tratti inquietanti della borghesia, degli intellettuali e dei personaggi eccentrici della Repubblica di Weimar. Le sue opere ritraggono volti levigati, pose teatrali, atmosfere rarefatte e una sensualità distaccata, quasi algida. Uno dei suoi lavori più celebri è “Sonja” (1928).

Durante il regime nazista, la sua arte fu inizialmente tollerata, ma poi cadde in disgrazia con l’avvento delle politiche contro l’”arte degenerata”. Dopo la Seconda guerra mondiale, Schad visse in relativa oscurità artistica e fu riscoperto solo a partire dagli anni ’60-’70.

È considerato uno dei massimi rappresentanti della Nuova Oggettività insieme a Otto Dix e George Grosz, ma con un tono meno satirico e più estetizzante.

Christian Schad morì a Stoccarda nel 1982, a 87 anni. Oggi è riconosciuto come un artista chiave del modernismo europeo, noto per la sua capacità di catturare lo spirito ambiguo e sofisticato della Repubblica di Weimar.

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