André Kertész (Budapest, 2 luglio 1894 – New York, 28 settembre 1985) è stato un fotografo ungherese, considerato uno dei pionieri della fotografia moderna. La sua opera ha avuto un’influenza fondamentale sullo sviluppo del linguaggio fotografico nel XX secolo, in particolare per quanto riguarda la fotografia di strada, il fotogiornalismo e la fotografia d’autore.
Nato in una famiglia borghese ebrea a Budapest, Kertész sviluppò fin da giovane un interesse per l’arte e l’immagine. Iniziò a fotografare da autodidatta nel 1912, lavorando nel frattempo in borsa. Le sue prime immagini, spesso scattate durante escursioni in campagna, mostrano già un occhio attento alla composizione e alla spontaneità del momento.
Durante la Prima guerra mondiale fu arruolato nell’esercito austro-ungarico. Anche al fronte continuò a fotografare, realizzando immagini intime e poetiche della vita dei soldati, distanti dall’iconografia ufficiale del conflitto.
Nel 1925 si trasferì a Parigi, allora centro artistico d’avanguardia. Qui conobbe artisti come Piet Mondrian, Marc Chagall e Constantin Brâncuși, entrando in contatto con i movimenti surrealisti e dadaisti. Lavorò per riviste come Vu e Art et Médecine, affinando uno stile personale, caratterizzato da inquadrature insolite, uso originale della luce e attenzione al quotidiano.
Nel 1933 realizzò la celebre serie di nudi distorti con uno specchio da barbiere, Distorsions, uno dei suoi lavori più sperimentali e innovativi.
Nel 1936 emigrò negli Stati Uniti per lavorare con l’agenzia Keystone. Tuttavia, a causa della barriera linguistica e del diverso contesto culturale, la sua carriera subì una battuta d’arresto. Per decenni lavorò per riviste come House and Garden, occupandosi soprattutto di fotografia d’interni, sentendosi spesso sottovalutato come artista.
Solo negli anni ’60-’70 il suo lavoro fu riscoperto e celebrato, grazie anche all’interesse di nuove generazioni di fotografi e critici. Furono organizzate numerose retrospettive, tra cui quella al MoMA di New York (1964) e a Venezia, alla Biennale del 1972.
Nonostante la solitudine seguita alla morte della moglie Elizabeth (1977), Kertész continuò a fotografare fino alla fine della sua vita, sperimentando anche con il colore e la Polaroid. Morì a New York il 28 settembre 1985.
André Kertész è noto per il suo approccio lirico, poetico e spontaneo alla fotografia. Le sue immagini rivelano un senso profondo di armonia e curiosità per il mondo quotidiano. È stato un maestro della composizione asimmetrica, dell’uso del riflesso, delle ombre e della prospettiva insolita.
Nonostante per molti anni sia stato sottovalutato, oggi è considerato una figura chiave della storia della fotografia. Henri Cartier-Bresson lo definì “uno dei padri della fotografia moderna”.