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Abbas Attar (1944-2018)

Abbas Attar, conosciuto semplicemente come Abbas, è stato un fotografo iraniano naturalizzato francese, nato il 29 marzo 1944 a Khash, in Iran, e morto il 25 aprile 2018 a Parigi, Francia. È stato membro dell’agenzia Magnum Photos e uno dei grandi maestri della fotografia documentaria, noto per il suo sguardo profondo su religione, conflitti e cultura.

Abbas emigrò in Francia da giovane e studiò sociologia. Iniziò a lavorare come fotografo nei primi anni ’70, inizialmente come freelance. Lavorò per le principali riviste internazionali, tra cui Sipa Press, Gamma e successivamente Magnum, raccontando attraverso la fotografia eventi storici cruciali e culture diverse.

Negli anni ’70 e ’80 Abbas si dedicò a documentare alcuni dei più importanti conflitti del mondo:

  • la guerra del Vietnam,
  • la guerra civile in Bangladesh,
  • il golpe in Cile,
  • l’apartheid in Sudafrica,
  • la rivoluzione iraniana del 1979, che documentò da vicino e con un coinvolgimento personale molto forte.

Le sue immagini dell’Iran rivoluzionario vennero raccolte nel celebre libro “Iran: La révolution confisquée” (1980), in cui criticava la deriva fondamentalista islamica dopo la caduta dello Shah.

Dagli anni ’80 in poi, Abbas spostò la sua attenzione dai conflitti alla religione come fenomeno culturale, sociale e politico. Per oltre 25 anni ha viaggiato per il mondo studiando le grandi religioni attraverso l’obiettivo:

  • Islam: nel suo libro “Allah O Akbar: A Journey Through Militant Islam” (1994), esplorò la rinascita islamica in vari paesi musulmani;
  • Cristianesimo: nel libro “The Children of Abraham”;
  • Induismo, Buddismo, Giudaismo, religioni tribali africane – tutti analizzati con uno stile visivo lucido e filosofico.

Le sue fotografie non erano solo reportage, ma riflessioni visive sulla condizione umana, la fede e il potere. La sua posizione era spesso critica ma profondamente rispettosa dei soggetti. Era interessato meno alla spiritualità individuale e più agli effetti sociali e politici delle religioni.

Il lavoro di Abbas è caratterizzato da un bianco e nero denso, forte contrasto, composizione rigorosa e grande potenza narrativa. Le sue immagini vanno oltre il semplice evento per cogliere il significato più profondo di ciò che osserva.

Entrò a far parte dell’agenzia Magnum Photos nel 1981 e ne divenne membro effettivo nel 1985. Con Magnum, pubblicò molti progetti a lungo termine, seguiti da libri e mostre internazionali.

Abbas ha lasciato un segno profondo nella fotografia contemporanea per la sua capacità unica di unire analisi culturale, impegno etico e profondità estetica. Le sue immagini non raccontano solo eventi, ma fanno domande.

Fonte e link utili:

https://it.wikipedia.org/wiki/%CA%BFAbb%C4%81s_%CA%BFA%E1%B9%AD%E1%B9%AD%C4%81r

https://www.magnumphotos.com/newsroom/abbas-1944-2018

Le opere

Cairo, Egitto 1970

di Abbas Attar (1944-2018)

300,00

Abbas Attar (1944-2018)

Abbas Attar, conosciuto semplicemente come Abbas, è stato un fotografo iraniano naturalizzato francese, nato il 29 marzo 1944 a Khash, in Iran, e morto il 25 aprile 2018 a Parigi, Francia. È stato membro dell’agenzia Magnum Photos e uno dei grandi maestri della fotografia documentaria, noto per il suo sguardo profondo su religione, conflitti e cultura.

Abbas emigrò in Francia da giovane e studiò sociologia. Iniziò a lavorare come fotografo nei primi anni ’70, inizialmente come freelance. Lavorò per le principali riviste internazionali, tra cui Sipa Press, Gamma e successivamente Magnum, raccontando attraverso la fotografia eventi storici cruciali e culture diverse.

Negli anni ’70 e ’80 Abbas si dedicò a documentare alcuni dei più importanti conflitti del mondo:

  • la guerra del Vietnam,
  • la guerra civile in Bangladesh,
  • il golpe in Cile,
  • l’apartheid in Sudafrica,
  • la rivoluzione iraniana del 1979, che documentò da vicino e con un coinvolgimento personale molto forte.

Le sue immagini dell’Iran rivoluzionario vennero raccolte nel celebre libro “Iran: La révolution confisquée” (1980), in cui criticava la deriva fondamentalista islamica dopo la caduta dello Shah.

Dagli anni ’80 in poi, Abbas spostò la sua attenzione dai conflitti alla religione come fenomeno culturale, sociale e politico. Per oltre 25 anni ha viaggiato per il mondo studiando le grandi religioni attraverso l’obiettivo:

  • Islam: nel suo libro “Allah O Akbar: A Journey Through Militant Islam” (1994), esplorò la rinascita islamica in vari paesi musulmani;
  • Cristianesimo: nel libro “The Children of Abraham”;
  • Induismo, Buddismo, Giudaismo, religioni tribali africane – tutti analizzati con uno stile visivo lucido e filosofico.

Le sue fotografie non erano solo reportage, ma riflessioni visive sulla condizione umana, la fede e il potere. La sua posizione era spesso critica ma profondamente rispettosa dei soggetti. Era interessato meno alla spiritualità individuale e più agli effetti sociali e politici delle religioni.

Il lavoro di Abbas è caratterizzato da un bianco e nero denso, forte contrasto, composizione rigorosa e grande potenza narrativa. Le sue immagini vanno oltre il semplice evento per cogliere il significato più profondo di ciò che osserva.

Entrò a far parte dell’agenzia Magnum Photos nel 1981 e ne divenne membro effettivo nel 1985. Con Magnum, pubblicò molti progetti a lungo termine, seguiti da libri e mostre internazionali.

Abbas ha lasciato un segno profondo nella fotografia contemporanea per la sua capacità unica di unire analisi culturale, impegno etico e profondità estetica. Le sue immagini non raccontano solo eventi, ma fanno domande.

Fonte e link utili:

https://it.wikipedia.org/wiki/%CA%BFAbb%C4%81s_%CA%BFA%E1%B9%AD%E1%B9%AD%C4%81r

https://www.magnumphotos.com/newsroom/abbas-1944-2018

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